Diete e modelli nutrizionali errati incidono in termini di impatto sulla salute e, più in generale, incrementano i costi economico-sociali, determinando una contrazione annua del PIL italiano del 2,8%.
E’ quanto emerge nel rapporto ‘Malattie, cibo e salute’, patrocinato dal ministero della Salute, redatto dalla Fondazione Aletheia, il primo think thank scientifico italiano composto da esperti, docenti e medici di massimo rilievo sul panorama italiano e internazionale.
Nel 2023 l’eccesso di peso rappresenta una preoccupazione crescente, con un bambino su tre in età scolare, un adolescente su quattro e quasi il 60% della popolazione adulta che oggi vive in condizioni di sovrappeso o obesità.
In Italia interessa il 46,4% della popolazione di maggiore età, rilevando una crescita nell’ultimo ventennio dell’7,1% delle persone in sovrappeso e del 36,4% di quelle affette da obesità.
La riduzione del 5% della prevalenza prevista dei casi di sovrappeso e obesità tra il 2020 e il 2060 potrebbe comportare un risparmio medio annuo di circa 430 miliardi di dollari a livello globale.
A questo si aggiunge un aumento dell’incidenza di diabete che passa dal 6,3% nel 2021 al 6,6% nel 2022 con una crescita negli ultimi venti anni del 65%. Questo incremento del sovrappeso legato a stili nutrizionali scorretti rappresenta il 9% della spesa sanitaria nazionale, e generano una contrazione del Pil del 2,8% a causa dei maggiori costi necessari.
In questo senso, l’adesione alla Dieta mediterranea, dal 2010 patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, come modello alimentare sano e sostenibile rappresenta sicuramente un paradigma da integrare con una serie di semplici regole. Tra queste sicuramente l’attenzione agli ingredienti e alla provenienza degli stessi attraverso la lettura delle etichette: una riduzione del 20% delle calorie provenienti da alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale, calorie e grassi saturi potrebbe infatti prevenire in Italia 688mila malattie croniche entro il 2050, con un risparmio in termini di spesa sanitaria italiana pari a 278 milioni di euro l’anno, circa 7 miliardi nei prossimi 25 anni.