Con otto a favore e uno contrario, il consiglio di amministrazione della Rai ha a deliberato a favore di ciò che si vociferava da tempo: Antonio Di Bella è il nuovo direttore di Raitre e prende il posto di Paolo Ruffini. A opporsi alla decisione è stato il consigliere Nino Rizzo Nervo (Pd), secondo cui ” l’avvicendamento di Ruffini non ha alcuna giustificazione aziendale “. Di parere diametralmente opposto il presidente di Viale Mazzini, Paolo Garimberti , che ha affermato: ” Voglio essere il presidente di un’azienda normale. Ecco perché considero questa una scelta totalmente aziendale”. Dura la reazione di Paolo Gentiloni , responsabile comunicazioni del Pd, che parla di “una brutta pagina per il servizio pubblico” . Soddisfatto il direttore generale della tv di Stato, Mauro Masi , che descrive l’avvicendamento come “un’eccellente scelta”. Ha manifestato più di una perplessità Sergio Zavoli , presidente della commissione di Vigilanza Rai: ” Non si può negare alla Rai il diritto, addirittura il dovere, di esercitare i suoi poteri. Ciò che nella sostituzione del dottor Ruffini è parso tuttavia esorbitare da criteri giurisdizionali sono stati tre elementi: l’estenuante lentezza della decisione; l’assenza di motivazioni che accreditassero la natura professionale del provvedimento; l’incongrua, nuova collocazione escogitata per giustificare un esito di cui la politica stessa, certo non estranea alla questione, non credo possa menar vanto “. ” Il 15 dicembre la terza rete compirà trent’anni e oggi il Cda ha dato il via alle celebrazioni cacciando il suo direttore. Non avrei mai immaginato che la richiesta di epurazione da mesi sollecitata dall’esterno potesse essere accolta con un solo voto contrario. È come se nel 2002 il Cda avesse approvato, con una maggioranza schiacciante, la cacciata di Enzo Biagi e di Michele Santoro “. E’ stato il commento di Rizzo Nervo . ” Il vertice Rai ha dato esecuzione a un ordine esterno e così facendo ha mandato un messaggio chiaro all’azienda: qualità e ascolti valgono zero, il pluralismo autentico è una anomalia da combattere “, ha incalzato Gentiloni . Dal canto suo Di Bella , che aveva assunto la direzione del Tg3 nel 2001, dice che ” è un grande onore poter continuare il lavoro di Ruffini e del gruppo dirigente di Raitre. Il mio impegno – assicura – è consolidare i risultati raggiunti per qualità e ascolti, garantire e sviluppare l’identità della rete “. ” Non commento, c’è davvero poco da dire. Certe cose si commentano da sole” , è la reazione a caldo Ruffini, che dovrebbe andare a collaborare con il direttore generale Mauro Masi per la nascita della struttura digitale . ” Vorrei sapere di cosa parliamo. È una direzione che non esiste, nessuno sa di cosa si tratta. Ho letto la parola ‘collaborazione’. Non so proprio cosa dire” , ha commentato facendo riferimento al nuovo incarico, aggiungendo “nessuno mi ha chiamato, nessuno mi ha comunicato ufficialmente questo nuovo incarico. Niente di niente. Aspettiamo, quando mi rimetto dall’influenza incontrerò qualcuno”. E interrogato a proposito di una manovra di Berlusconi per allontanarlo da Raitre e della mancata presa di posizione del Pd, Ruffini ha risposto: “Non è il momento di parlarne. C’è tempo. Vediamo che succede i prossimi giorni”.
Direzione di Raitre: staffetta Ruffini – Di Bella quasi all’unanimità

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