Uno studio dell’agenzia Wine Intelligence traccia il profilo post pandemia del consumatore italiano del vino.
La pandemia ha modificato il profilo del consumatore italiano di vino che è sempre più donna e sempre più anziano. È quanto emerge dallo studio “Italy Wine Landscapes” by Wine Intelligence, agenzia di ricerca inglese, su quello che viene considerato un prodotto che per l’Italia vale quasi la metà del giro d’affari.
Dallo studio emerge che su una popolazione adulta di circa 49,7 milioni, 34,8 milioni di persone bevono un calice di vino una volta al mese mentre poco più della metà, 27,3 milioni di italiani, si concede questo piacere con frequenza settimanale. Per quanto riguarda il profilo dei consumatori è emerso un aspetto molto interessante paragonato ai dati pre-pandemia: nel 2021, infatti, le donne che consumano vino hanno superato gli uomini (55% contro 45%) mentre l’età media dei consumatori si è spostata in avanti. Il 39% del consumo è aumentato nella fascia degli over 65 rispetto al 2020; nella fascia 55-54 anni si è passati dal 15% al 16% mentre per la fascia d’età 45-54 il consumo resta stabile al 19%. Tutte le fasce giovani arretrano.
Un altro aspetto analizzato dall’agenzia è il consumo del vino per fascia di reddito: cresce in modo significativo solo quello delle famiglie con un reddito annuo superiore ai 75.000 Euro (dal 6% al 24%) mentre si abbassa in modo significativo (dal 9% al 2%) il consumo nelle famiglie con reddito inferiore ai 15.000 Euro. Nella fascia tra 50.000 e 75.000 Euro si passa dal 10% all’11% mentre perdono quota tutte le altre. Quanto alla tipologia di vino, vince il bianco che è stato bevuto, almeno una volta nell’ultimo anno, dall’89% dei consumatori; seguono subito dopo il vino rosso (86%), la birra (85%) e il Prosecco (64%).
Dati che danno l’idea dell’impatto economico che il Covid ha avuto sul consumo del vino ma resta comunque un settore in forte crescita in Italia e all’estero. Ha commentato così Gaia Rossi, Head of International di Milano Wine Week, il più grande evento di sistema dedicato al mondo del vino che si è da poco concluso nella città meneghina registrando una partecipazione importante: “Milano Wine Week ha intrapreso il processo di internazionalizzazione a fine 2019, partendo da un contesto metropolitano già fortemente cosmopolita, e l’inaspettato blocco mondiale causato dalla pandemia ha agito da ulteriore stimolo per l’evoluzione di un format inedito”. Alla manifestazione hanno partecipato gli operatori di 11 metropoli in 7 principali mercati di esportazione, e le novità per il 2022 sono già in cantiere.
di Antonietta Vitagliano