Dimissioni, ritiro delle stesse e, infine, licenziamento. Lo strano percorso compiuto da Pavel Durov, fondatore ed ex capo del social network Vkontakte , mette in luce i giochi di potere che muovono i destini dell’internet russo. L’informatico 29enne aveva annunciato un mese l’intenzione di lasciare il sito che aveva contribuito a creare e a far crescere sino a renderlo più popolare di Facebook, almeno in Russia, a causa dei contrasti con i nuovi proprietari di minoranza, oligarchi molto vicini al presidente Putin. Durov aveva poi fatto un passo indietro, ritirando le dimissioni e tornando al proprio posto, sino a poche ore fa, quando è stato licenziato dal consiglio di amministrazione. Gli screzi con gli azionisti si sono rivelati insanabili e la pressione delle forze governative ingestibile. I servizi segreti da tempo provano a far proprio i milioni di dati raccolti giornalmente da Vkontakte , che da oggi avrà una guida più vicina al Cremlino e quindi più aperta alla collaborazione con gli enti pubblici e al controllo della rete. “Adesso Vk è sotto il completo controllo di Igor Sechin e Alisher Usmanov (il primo capo del colosso energetico Rosneft, il secondo miliardario e già azionista di Vk) – ha scritto Durov – . In una realtà come quella russa, probabilmente qualcosa del genere era inevitabile, ma sono felice che siamo durati sette anni e mezzo” . Il destino del sito è ora nelle mani di altri, ma Durov non sembra aver esaurito la sua linfa creativa : “Fonderò un altro social network” , ha scritto sulla sua pagina Facebook, annunicando di aver lasciato la Russia e di non avere intenzione di tornarci. Il perché è presto detto: “La Russia è incompatibile con l’economia internet, al momento. Ho rifiutato di collaborare con i servizi segreti” .
Durov cacciato da Vkontakte e dalla Russia

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