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22 Aprile 2007 | Innovazione

E-LEZIONI: i giapponesi non si fidano del voto elettronico

I giapponesi nel seggio elettorale non vogliono il computer. Alla tornata di elezioni locali di questo mese solo due circoscrizioni in cui si vota oggi su oltre mille hanno deciso di sperimentare il voto elettronico. Tra i posti in cui il computer entra nei seggi ci sono la circoscrizione di   Rokunohe, nella provincia setten- trionale di Aomori, e di Shiroishi, nella provincia centrosettentrionale di Miyagi. C’è molta diffidenza verso il computer in cabina tanto che nei giorni scorsi si è preferito fare alcune votazioni di prova, in cui un pubblico di volontari poteva scegliere fra finti candidati con nomi di  antichi personaggi storici, tanto per vedere se funzionava e che effetto faceva. Tutta questa cautela è dovuta ai ripetuti fallimenti registrati in passato da diversi tentativi di introdurre l’elettronica nelle cabine elettorali. I primi di questi esperimenti furono compiuti nel 2002 in una  dozzina di località del Giappone centromeridionale, ma in quasi il 70% dei casi i risultati non furono soddisfacenti . L’anno successivo ci fu il caso più rovinoso, avvenuto a Kani, nella  provincia centromeridionale di Gifu: si produsse una serie di errori operativi che nel 2005 indusse la Corte suprema a invalidare il risultato elettorale. Così il voto elettronico fu accantonato in oltre l’80% delle località che avevano progetti del genere. Ma il sindaco di Rokunohe, Yutaka Yoshida, è convinto che il sistema computerizzato sia il migliore , specialmente ora che i progressi consentono di votare non su tastiere, ma toccando direttamente lo schermo: soprattutto per le persone anziane è un modo assai più semplice che usare la matita, specialmente se si deve scrivere il nome del candidato preferito. Appassionato di elettronica, Yoshida si è personalmente impegnato a  introdurre il voto computerizzato nella sua cittadina di 11.000 abitanti, ma ha ammesso che è stato “un grosso sforzo, impossibile su maggiore scala senza un apporto statale che finora è mancato”.

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