Un miliardo di computer in uso entro il 2008 e più di due miliardi per il 2015. Questi i risultati del report di Forrester Resarch. Ma i nuovi pc rispetteranno l’ambiente? E’ questa la domanda più gettonata: non “quanti”, ma “come”. La necessità di fare “molto in poco tempo” per l’ambiente condiziona le scelte delle aziende del settore tecnologico. Il “pc verde” non è solo una mossa di marketing: l’annuncio del consorzio “Climate Savers Computing” da parte di Intel e Google è un’ulteriore conferma che la strada del risparmio energetico è prioritaria. Sempre Forrester Resarch ha pubblicato un altro report per sondare l’interesse verso le politiche ambientali dei grandi gruppi industriali. L’Europa stacca nettamente gli Usa con il 48% degli intervistati a favore di politiche immediate per la lotta al surriscaldamento globale, contro il 22% degli statunitensi. Il commissario europeo all’Ambiente, il greco Stavros Dimas, si complimenta con i 27 per la riduzione dello 0,7% dei gas serra nel 2005. Ma chiede di più all’Europa . La sfida non è ridurre i consumi, ma migliorare l’efficienza della tecnologia rispettando l’ambiente. Tanto per iniziare, spegnere i computer quando l’azienda finisce la giornata lavorativa, smettere di stampare email e archiviarle, limitare l’uso dei condizionatori in estate. Alcune compagnie si sono già messe in moto stilando regolamenti per i propri dipendenti. Ma la vera spinta al cambiamento è rappresentata dalle tasse da pagare: ogni pensiero verde delle aziende è motivato dai soldi che non vuole sborsare per l’inquinamento che produce e non dalla lungimiranza. Ma questo è già un primo passo per salvare il nostro Pianeta.
Eco-svolta per i pc

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