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4 Febbraio 2013 | Attualità

El Pais licenzia, con una e-mail

La proprietà del quotidiano spagnolo El Paìs ha deciso di licenziale il 30% dei suoi dipendenti. E lo ha fatto con una e-mail. I redattori hanno risposto, qualche settimana fa, facendosi riprendere dalle telecamere per più di 5 minuti con il giornale alzato davanti al viso. Scompaiono dal giornale molte firme storiche. Il quotidiano vende circa 500mila copie ed è letto da due milioni di persone. Nel secondo semestre del 2012 ha perso 53 milioni di euro, a causa del crollo della pubblicità I licenziamenti previsti sono 128 oltre a 21 prepensionamenti. Già molte le ore di sciopero attuate dai dipendenti. Furibondi i commenti e le dichiarazioni: i più frequenti se la prendono con Josè Loiu Cebrian, storico direttore e oggi presidente del gruppo editoriale Prisa . Gli vengono rimproverati investimenti sbagliati e, soprattutto, il suo stipendio: 14 milioni di euro.

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Le testate internazionali dedicano ampio spazio all’Italia nelle ultime 48 ore, concentrandosi prevalentemente su questioni economiche, giudiziarie e di sicurezza. L’autorità antitrust italiana ha inflitto una sanzione da 98,6 milioni di euro ad Apple per presunte violazioni della concorrenza legate alla funzionalità App Tracking Transparency, accusa che la società californiana respinge fermamente annunciando ricorso. Sul fronte della politica estera, il ministro della Difesa Guido Crosetto conferma l’intenzione di Roma di mantenere una presenza militare in Libano anche dopo il ritiro programmato della missione UNIFIL per fine 2026, suscitando attenzione nei media mediorientali e internazionali. In ambito giudiziario, la procura di Milano archivia le indagini sui presunti sorvoli di droni russi sul Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea a Ispra: l’inchiesta rivela che i 21 allarmi registrati tra marzo e maggio erano falsi positivi causati da interferenze radio. Infine, il Senato italiano si appresta a votare la legge di bilancio 2026 tra tensioni nella maggioranza e polemiche sugli emendamenti dell’ultimo momento, con l’approvazione finale prevista entro fine anno.

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