Focolai in Brasile, Argentina e altre zone tropicali fanno scattare i controlli. Allo Spallanzani di Roma, intanto, c’è già il vaccino
Corre l’anno bisestile 2024 e il Sudamerica si trova a fronteggiare un’allerta dengue, malattia portata dalla zanzara Aedes Aegipty. Così, anche in Italia scattano i controlli alle frontiere e alle dogane su mezzi e merci in arrivo da Argentina, Brasile e altri paesi tropicali in cui sono stati riscontrati focolai. Obiettivo è evitare che l’insetto veicolo dei contagi arrivi in Italia. La disposizione è giunta dal Direttore Generale, Francesco Vaia, ed è rivolta agli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera (Usmaf-Sasn).
L’Italia non è al momento sulla mappa dei paesi a rischio pubblicata dal Centers of Disease Control and Prevention americano (che comprende invece una lunga lista di paesi di Sud America, Africa, Asia e isole del Pacifico) ma ha voluto giocare d’anticipo attivando – per prima in Europa – le misure di controllo, secondo quanto ha spiegato lo stesso Vaia. D’altronde, se un tempo la dengue era una minaccia esotica, i cambiamenti climatici e gli spostamenti delle persone l’hanno resa un pericolo assai più concreto: secondo i dati diffusi dall’ICGEB, il Centro Internazionale per l’Ingegneria Genetica e Biotecnologie, nel 2023 c’è stato il più alto numero di casi e di trasmissioni autoctone di dengue fino a ora e in Europa ciò è avvenuto in tre Paesi: il primo è l’Italia con 82 casi, seguita da Francia (43) e Spagna (3).
Nel frattempo l’Inmi Spallanzani di Roma si è portato avanti con il vaccino, per somministrarlo il prima possibile a carico dell’utente che ne faccia richiesta. Risale allo scorso settembre il via libera dell’Aia all’unico vaccino di prevenzione anche per chi non ha già avuto un’esposizione al virus e che non richiede un test pre-vaccinale. Sono sufficienti due dosi per raggiungere l’immunizzazione da una malattia che, nei casi più comuni, provoca sintomi simili a un’influenza, ma nella sua variante più aggressiva, detta dengue emorragica, può essere addirittura mortale.
Il Brasile ha superato il mezzo milione di casi probabili di dengue e nel 2024 sono già stati i 75 decessi riconosciuti come dovuti alla malattia, mentre altri centinaia sono sotto inchiesta. Si tratta di cifre quadruplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’emergenza, peraltro, è sconfinata in Argentina, dove si contano quasi 40mila casi e 29 decessi. Il Regolamento Sanitario Internazionale prevede che “l’area aeroportuale e portuale e i 400 metri circostanti siano tenuti liberi da fonti di infezione e contaminazione, quindi anche roditori e insetti”. Certo, un’impresa non facile quando si tratta di zanzare. Sui mezzi di trasporto come navi e aerei dovrebbe essere effettuata un’attenta “disinsettazione”, che si ottiene col calore secco e con gli insetticidi.
di Daniela Faggion