Legittimo, illegittimo, vergognoso, doveroso: sull’astensione dal lavoro dei dipendenti Rai prevista il prossimo 11 giugno se ne sono sentite di tutti i colori: all’appello mancava l’opinione d i Enrico Mentana, che critica i colleghi del servizio pubblico e li invita a guardare in faccia la realtà . “ In Rai sono in tanti a credere di vivere in una sorta di microcosmo in cui nulla possa essere messo in discussione – ha detto il direttore di TgLa7 – . Dunque, di fronte a certi ragionamenti, reagiscono come chi crede di trovarsi in un fortilizio assediato, non solo accampando pretese corporative ma anche temendo che la Rai perda centralità e funzioni” . Secondo Mentana, la tv generalista è al capolinea e le strutture editoriali, anche in Rai, vanno riorganizzate di conseguenza , definendo indirizzi precisi. Lo spartiacque per il servizio pubblico potrebbe essere stato l’insediamento di Matteo Renzi a capo del Governo: “Renzi ha invertito il rapporto: la politica non ha bisogno della tv. E quando dico Renzi non parlo solo di lui, ma di una nuova generazione di politici” , spiega Mentana, che raccomanda tagli su trasmissioni e fiction, come fatto in proporzioni minori anche a La7.
Enrico Mentana contro lo sciopero Rai

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