La cybercondria colpisce sei internauti su 25. Lo rivela un’indagine condotta da Microsoft Research su 25.000 utenti di internet: buona parte di questi cerca informazioni mediche sui propri sintomi in rete e pensa poi di essere gravemente ammalata. L’autodiagnosi con l’ausilio di internet generalmente inganna gli internauti, che sani come pesci si convincono di essere in fin di vita. Un quarto degli intervistati ha confessato di aver effettuato almeno una ricerca medica sul web e circa un terzo ha addirittura approfondito la propria conoscenza su una malattia rara o molto grave. Il termine ‘cybercondria’ è entrato nell’uso comune già dal 2001, ma lo studio dei ricercatori della Microsoft è il primo ad aver analizzato sistematicamente l’ansia degli utenti che effettuano ricerche mediche su internet . ”Le persone – ha spiegato Eric Horvitz, coordinatore dello studio – tende a guardare solo i primi risultati di una ricerca. Se trovano ‘tumore cerebrale’ o ‘Sla’ questo è il loro primo punto di partenza”. Stando al giudizio degli esperti, il fenomeno è davvero preoccupante, perché porta a confondere il proprio pc con un medico specializzato, a preoccupazioni o ansie infondate e a costi esami approfonditi per scongiurare gli eventuali rischi. I ricercatori della Microsoft hanno effettuato anche un sondaggio su oltre 500 dipendenti dell’azienda, in merito alle loro abitudini di effettuare ricerche mediche online. Più della meta degli interpellati ha ammesso di aver effettuato una ricerca su una malattia grave, che li ha distolti dai loro impegni lavorativi. Sebbene internet possa essere una fonte importantissima per le informazioni mediche, bisogna essere in grado di interpretarle in modo corretto.
Esplode in rete la cybercondria

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