L’allarme è stato lanciato ieri da L’Espresso : la nostra Polizia Postale si sarebbe spinta fino a Palo Alto, California, per siglare un accordo con Facebook che prevede “la possibilità di attivare una serie infinita di controlli sulle pagine del social network senza dover presentare una richiesta della magistratura e attendere i tempi necessari per una rogatoria internazionale”. Secondo l’intesa “i 400 agenti della direzione investigativa della Polizia postale e delle comunicazioni potranno sbirciare e registrare i quasi 17 milioni di profili italiani di Facebook” , ha scritto il giornalista Giorgio Florian nell’articolo in questione. Tanto immediata quanto ovvia – cos’altro avrebbero potuto dire? – la smentita del direttore centrale della PolPost , Antonio Apruzzese: ” Figuriamoci se gli agenti della Polizia si mettono a spiare gli italiani su Facebook” . “Ogni accesso ai contenuti di Facebook richiede sempre e comunque la preventiva autorizzazione della magistratura” , ha aggiunto, sottolineando che ” se violassimo la rete senza le autorizzazioni necessarie commetteremmo un reato penale e, inoltre, l’indagine non avrebbe nessun valore processuale”. ” Se qualcuno su Facebook annuncia che si vuole uccidere, che facciamo? Avviamo tutte le pratiche delle convenzioni internazionali? Certo che no, interveniamo subito, ovviamente con l’appoggio della magistratura” , ha dichiarato poi Apruzzese. Un incontro con i vertici del social network è avvenuto in Italia : “Abbiamo stilato insieme le linee guida e girato le direttive a tutti gli organismi di polizia italiana” . Gli iscritti italiani al sito di Zuckerberg possono quindi stare tranquilli. Anche se, fidarsi è bene…
Facebook ci spia. La Polizia smentisce

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