Prima Instagram, per le foto; poi WhatsApp, per la chat; infine Titan Aerospace, per i droni . Qualcosa non torna, o forse tutto quadra, leggendo i nomi principali delle acquisizioni fatte da Facebook (i primi due) e quello della prossima (il terzo). Il social network, secondo TechCrunch, potrebbe mettere le mani sulla compagnia americana specializzata nella costruzione dei piccoli velivoli radiocomandati. I droni di Titan Aerospace sono in grado, grazie a una particolare tecnologia che sfrutta l’energia solare, di volare autonomamente per cinque anni e servirebbero al social network per realizzare in proprio il progetto di internet diffuso e per tutti, così da portare online anche le popolazioni più sperdute della terra. Zuckerberg e soci potrebbero presto dotarsi di una propria flotta , così da non dipendere da alcun operatore esistente nella diffusione della rete nei Paesi in via di sviluppo o nelle zone più isolate, come descritto nel progetto Internet.org presentato a febbraio a Barcellona: i droni sarebbero in grado di condurre la maggior parte delle operazioni di un satellite orbitale, tra cui quella di ricevere e rilanciare un segnale (o una connessione wifi) e permettere a computer e dispositivi mobili di agganciavisi. L’acquisizione, secondo fonti interne all’azienda, potrebbe costare meno di 100 milioni di dollari, spiccioli se paragonati ai 19 miliardi spesi per WhatsApp . Facebook seguirebbe così le orme di Google, che con Project Loon progetta di portare il web ovunque, grazie all’utilizzo di palloni aerostatici. I cieli del mondo saranno una questione di internet: traffico volante contro il digital divide.
Facebook, i droni e il web globale

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