Non c’è fine alla discesa borsistica di Facebook. Il titolo del social network continua a perdere punti a Wall Street e ieri ha chiuso in calo del 3,2%, a quota 32,93 dollari, con picchinegativi che avevano spinto le azioni anche a 30,98 dollari. La situazione è critica, con Morgan Stanley, una delle banche che ha gestito l’approdo sul mercato azionario, sul banco degli imputati per aver prima sopravvalutato la compagnia, nonostante il parere negativo degli analisti. Un manipolo di miliardari da tutto il mondo hanno inizialmente fatto incetta delle azioni Facebook, ritrovandosi dopo poco più di quattro giorni con perdite ingenti. Il caso più eclatante è quello dell’oligarca russo Alisher Usmanov, che ha acquistato il 5,5% del sito, rimettendoci in poche ore circa 300 milioni di dollari. Poco male, visto il patrimonio complessivo di 20 miliardi, ma azionisti meno solidi potrebbero rischiare il tracollo finanziario. Nel frattempo, Facebook ha chiesto alle banche di tagliare il rating della compagnia, così da limitare i danni (ma anche i guadagni eventuali) e convincere nuovi investitori a scommettere sul prodotto di Mark Zuckerberg. L’ex prodigio di Harvard e fondatore della società deve fronteggiare anche la rinnovata sfida con Google , che accusa Facebook di violare le regole di concorrenza nel mercato delle ricerche web. Secondo Larry Page, gran capo di Mountain View, Zuckerberg non condividerebbe le informazioni immagazzinate dal social network, così da ridurre l’efficacia dei risultati delle ricerche di BigG. Facebook, che pensa di sviluppare un proprio motre di ricerca, prova così a screditare Google: ora la questione finirà sul tavolo della Commissione americana per il commercio. Un’altra grana per la regina del web 2.0.
Facebook tagliata in Borsa, e Google contrattacca sulla ricerca

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