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15 Ottobre 2023 | Attualità

Fake news: è italiano il primato delle bufale europee

Meta diffonde i dati relativi alle fake news: in Italia, primo Paese europeo per numero di post eliminati, oltre 45mila contenuti rimossi ma crescono l’impegno e la lotta contro la disinformazione.

Il 33% delle fake news è sulle bacheche dei social italiani. È quanto emerge dai dati diffusi da Meta e dai report che le piattaforme social forniscono alla Commissione europea ogni sei mesi. Un triste primato per l’Italia che però, in attuazione del Codice di condotta sulla disinformazione, sta attuando misure per contrastare il fenomeno.

La situazione in Italia

Negli ultimi sei mesi, infatti, Facebook Italia ha rimosso dalle bacheche oltre 45mila contenuti ritenuti dannosi per la salute o per i processi elettorali. La lotta alla disinformazione ha coinvolto anche TikTok attraverso la rimozione di 1.334.235 account falsi che coinvolgevano in Italia 6.912.989 follower. Un numero impressionante di persone che quindi ogni giorno era esposta a contenuti falsi e potenzialmente dannosi.

La situazione in Europa

Dopo l’Italia, è toccato fare pulizia anche agli altri Paesi europei. Da gennaio, la Germania ha eliminato 22.000 post; la Spagna, 16.000; i Pesi Bassi, 13.000; la Francia, 12.000; la Polonia, 9.700; il Belgio, 4.600; il Portogallo, 4.500; l’Austria, 3.000; la Svezia, 980.

Il Digital Services Act

Questi dati sono il risultato dei report presentati da Google, Meta, Microsoft e TikTok e dimostrano l’impegno di queste grandi piattaforme nel combattere la disinformazione. Dal 25 agosto, tutti i giganti della rete – compreso X, l’ex Twitter che non è tra i firmatari del Codice Ue di buone pratiche sulla disinformazione – devono rispettare vincoli precisi per la rimozione dei contenuti secondo la nuova regolamentazione del Digital Services Act. Un passo importante contro le fake news poiché si tratta di una legge europea e che dal prossimo anno sarà applicata in modo generalizzato al mondo del web e dei social. I prossimi report verranno presentati all’inizio del 2024 e conterranno indicazioni anche sull’informazione politica in vista delle elezioni europee, un periodo durante il quale il rischio di disinformazione è molto alto. Anche per questo motivo Google sta valutando l’ipotesi di introdurre, sulle sue piattaforme, dei requisiti per gli annunci politici.

Di fake news si è parlato anche al Festival del Digitale Popolare di Torino che si è tenuto dal 6 all’8 ottobre. Nel corso del panel dedicato alla disinformazione è emerso che, secondo il terzo rapporto Ital Communications-Censis, per tre quarti degli italiani è sempre più difficile riconoscere le fake news. In particolare, se il 76,5% ritiene che sia sempre più complicato distinguerle dall’informazione, il 20,2% di questi pensa di non avere le competenze per riconoscere le fake news e il 61,1% di averle solo in parte.

di Antonietta Vitagliano

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