24 Febbraio 2010 | Economia

Fastweb soffre, mentre l’inchiesta prosegue

Prosegue l’inchiesta sul riciclaggio di denaro legata alle compagnie di telecomunicazione Fastweb e Telecom Sparkle: “Una delle frodi più colossali mai poste in essere nella storia nazionale” l’ha definita il gip Aldo Morgigni. E le cinquantadue ordinanze di custodia cautelare in carcere (oltre a quattro arresti) sembrano confermarlo. La società divenuta celebre per la fibra ottica e l’internet veloce patisce i tumulti giudiziari pagando dazio a Piazza Affari, dove in apertura il titolo ha perso il 3,46%. La stessa struttura aziendale vede indagato l’amministratore delegato Stefano parisi, mentre alcuni funzionari sono implicati nella frode e il fondatore della compagnia (nonché ex ad) Silvio Scaglia è ricercato e attualmente oltre confine, in Sud America. Indagato anche Riccardo Ruggiero , presidente del Cda di Telecom Sparkle all’ epoca dei fatti (2003-2006), mentre è stato arrestato l’ex ad Stefano Mazzitelli. Ma il gip chiama in causa anche i vertici di Telecom Italia per la “solare evidenza delle loro responsabilità . E’ stato chiesto l’arresto anche per il senatore Nicola Di Girolamo (Pdl): l’ipotesi è che la sua elezione all’ estero sia avvenuta grazie all’ intervento della criminalità organizzata, coinvolta nel giro di denaro sporco tra le compagnie di telecomunicazione nostrane. Ma i problemi per Fastweb non finiscono qui. Swisscom, che ha acquistato la società nel 2007, appresi gli sviluppi dell’inchiesta ha comunicato di volere un chiarimento circa la posizione della sua controllata , prendendo le distanze dai vertici aziendali coinvolti dallo scandalo.

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