Federico Moccia, autore del best seller Tre metri sopra al cielo , ha presentato il suo nuovo romanzo, Amore 14, che presto diventerà un film. Da sempre Moccia indaga il mondo dei giovani e dei loro sentimenti: ” La violenza giovanile che riempie le pagine di cronaca di questi giorni c’è sempre stata “, spiega. Secondo lo scrittore, le ragioni dell’aggressività non sono né politiche, né basate sul razzismo: ” Contano solo i sentimenti per i giovani ”, afferma. Il successo dello scrittore è cominciato con Tre metri sopra al cielo , che ha ottenuto un buon riscontro di pubblico al cinema e incoronato Riccardo Scamarcio nuovo idolo delle adolescenti. I successivi libri dell’autore, H o voglia di te e Scusa se ti chiamo amore , hanno replicato il consenso ottenuto dal precedente in libreria e ai botteghini cinematografici. Poco importa se i critici non sono dalla sua parte, Moccia e il suo abile staff di comunicatori sono riusciti a intercettare un fedele bacino d’utenza pronto a idenficarsi nei personaggi e nei gesti proposti da libri e pellicole. Del suo successo tra i ragazzi, Moccia dice: ” Nessun segreto particolare. I ragazzi hanno voglia di amare e di sognare. I miei romanzi parlano proprio di questo. Semplicemente. Sono sempre stato uno che ascolta, si appassiona per le belle storie. Che ha vissuto la giovinezza cercando i sentimenti e divertendosi: amando la vita insomma. Ora sono un adulto di 45 anni e non ho nessuna pretesa di essere uno di quegli uomini maturi che cercano credibilità mostrando distacco dai giovani. Credo di avere l’umiltà dell’ascolto e dell’osservazione e questo mi aiuta a scrivere. Sento un filo di responsabilità per quello che scrivo nei miei romanzi, ma io sono scrittore e non un insegnante o un politico. Scrivo senza chiedermi dove andrò a parare, senza voler far passare un messaggio preciso. Ma poi scopro che i miei personaggi sono sempre positivi, legati al mondo reale, alla vita di tutti i giorni. Sono giovani pieni di passione come tutti i giovani sono per natura. E che, se anche intraprendono strade difficili o sbagliate, si accorgono degli errori, cercano comprensione e spesso in qualche modo si redimono “. Lo scrittore romano ha sempre evitato di trattare la politica, attraverso le sue storie: “ Io la politica l’ho sempre vista attorno a me ma non ci ho mai messo un piede dentro. Quando ero giovane c’era molta politica, ma credo fosse per i miei coetanei un modo per rappresentarsi socialmente. Non credo che quella generazione fosse migliore di quella di oggi. In ogni caso io sono a favore della buona politica e dell’impegno che se c’è è importante, soprattutto di questi tempi “. La protagonista del suo ultimo romanzo è Carolina , “una ragazzina che scopre l’amore e crede che sia per sempre, come lo crede qualsiasi quattordicenne. E’ circondata dalla madre e dalla nonna, con le loro storie, i desideri e le tristezze che la vita riserva a chiunque. E’ un romanzo in cui Carolina sogna una vita normale ma è alle prese con le paranoie della sua età: il vestire alla moda, i complessi di inferiorità, le dinamiche del gruppo, gli sbalzi di umore e le gioie semplici e assolute come l’amore ”, racconta. Il vero protagonista delle storie di Moccia è l’amore, “ un ideale e una parola che spinge tutti a vivere. La crisi della famiglia, i tradimenti e quant’altro non modificano l’ideale dell’amore. E’ più difficile tenersi intatta una famiglia al giorno d’oggi ma io ci credo. Bisogna crederci e cercare di superare le difficoltà. Perché quando stai bene con un partner la vita è migliore “, spiega lo scrittore. Raccontando il mondo dei giovani, non si può evitare di trattare il tema della scuola e Moccia ha le idee chiare in proposito: “Sp ero che la scuola ce la faccia. In questo periodo di crisi economica, la crisi si riversa anche in quel mondo lì con una stretta per alcuni inevitabile. Spero che la scuola, i professori in testa, sia capace di tenere duro e di rilanciare la sua centralità. Tutti i professori devono essere credibili e rispettabili e rispettati. Gli insegnanti sono un punto di riferimento troppo importante per i ragazzi, quasi come la famiglia ”
Federico Moccia torna a parlare dei giovani

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