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8 Giugno 2010 | Attualità

[Flash] Paolo Ruffini commenta il suo reintegro

C’era un principio da ristabilire, ma prim’ancora ” non si poteva fare finta di nulla continuando a fare poco o niente”. Così Paolo Ruffini, direttore reintegrato a Raitre, commenta la determinazione deliberata oggi del cda di viale Mazzini.   “C’era una decisione della magistratura, un ordine – ricorda Ruffini – che la Rai non poteva non rispettare, emesso per impedire la prosecuzione di un atto che il giudice ha definito illecito e discriminatorio” . Per Ruffini, ” nessuno dovrebbe essere costretto a ricorrere alla magistratura per vedere ristabilito il confine tra ciò che è giusto e ciò che non lo è. Spesso anzi, per mille ragioni, ci si rassegna a non farlo. E ci si abitua a perdere il senso profondo della legalità, che ogni cittadino dovrebbe avere nella sua coscienza indipendentemente dalle sanzioni giuridiche. E così facendo, ogni giorno, contribuiamo tutti a costruire un Paese meno giusto, meno bello, sempre più cupo nel suo cinismo. Ma se si ha rispetto di sè e degli altri, la scelta è invece obbligata. E’ una questione di dignità. Ed è qualcosa che va al di la’ delle singole persone. Perchè appartiene, apparterrebbe, a tutti”.   Il direttore rimesso al suo posto sottolinea che “fosse stato solo per me, forse sarebbe stato più comodo, più facile, più conveniente intascare lo stipendio e fare finta di nulla continuando a fare poco o niente. Ma non ne sono stato capace. Mi sembrava che non fosse giusto. Ringrazio con tutto il cuore i miei avvocati Domenico e Giovanni D’Amati, che hanno saputo difendere oltre che me un principio. Il reintegro, sia pure con riserva, è un primo passo. Aspetteremo il giudice del reclamo. Intanto mi ha fatto piacere che sia stato deliberato all’unanimità. Così come sono contento che non esista e che non sia mai esistito un problema fra me e Antonio Di Bella. La questione era ed è un’altra. Era ed è sotto gli occhi di tutti, e non riguarda solo questa vicenda” .   Il direttore di rete si sofferma quindi sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, “che stando alle agenzie di stampa continua a considerare faziosa e non in linea con il servizio pubblico ogni opinione critica, continua a porre un problema per la libertà di stampa in questo Paese. Ed è un problema che riguarda anche la Rai. A me hanno insegnato che ciò che distingue i Paesi liberali da quelli che non lo sono è semmai la tutela della libertà di opinione e quindi anche del dissenso, non l’obbligo del consenso. Questa è del resto la ragione di vita del servizio pubblico. Questo è ciò che lo distingue da un organo di obbedienza governativa. Per questo, per quella che è la mia parte, continuerò a difendere la possibilità di fare una televisione libera in questo Paese segnato da troppi conflitti di interesse”. E Ruffini annuncia che lo farà a cominciare dai palinsesti di Rai 3, ” rete alla cui direzione oggi sono stato, sia pure con riserva, reintegrato”.

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