Accordo tra Google e lo stato francese per la remunerazione degli editori da parte del motore di ricerca. Seduto alla scrivania dell’Eliseo come un capo di Stato, il presidente di Google Eric Schmidt ha firmato l’intesa accanto al presidente della Repubblica francese François Hollande: il colosso di Mountain View si impegna a versare 60 milioni a un fondo che finanzierà progetti in grado di aiutare la transizione della stampa verso il digitale; seconda e non meno importante parte dell’accordo, Google diventa il partner privilegiato degli editori tradizionali per il loro passaggio all’online, fornendo “strumenti tecnici, ingegneri e competenza” soprattutto nel campo della raccolta pubblicitaria. In sostanza la stampa francese, soprattutto quella tradizionale, accetta di farsi insegnare da Google come raccogliere pubblicità nella speranza di non perdere troppi soldi nella transizione al digitale. E BigG sembra disposto a offrire agli editori la consulenza oltre che i 60 milioni. In ogni caso, all’Eliseo è stato accolto il principio che gli editori e lo Stato francese sostenevano dallo scorso settembre, e cioè che Google deve offrire un corrispettivo per i contenuti indicizzati nel proprio sito generale e in particolare nella sezione News: se un utente cerca notizie sulla guerra in Mali e Google gli offre decine di link a articoli di Le Monde , Figaro , Libération , Mediapart eccetera, è giusto che quei giornali vengano pagati, visto che alimentano un traffico che Google usa per vendere pubblicità. Per Hollande si tratta di un indubbio successo, almeno di immagine, visto che si era molto esposto per arrivare a un accordo: nei mesi scorsi, di fronte all’iniziale rifiuto di Google, il presidente e la ministra della Cultura Aurélie Filippetti avevano minacciato di ricorrere a una legge e a una nuova tasse se Google non avesse accettato un’intesa entro il 31 gennaio.
Francia, Google ed editori fanno la pace

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