Dopo un anno di discussioni, riunioni, commissioni e rapporti , la riforma degli aiuti alla stampa è stata presentata la settimana scorsa in consiglio dei ministri da Aurélie Filippetti . Di fronte ai giornalisti, la ministra della Cultura e della Comunicazione ha da subito rassicurato quanti, in periodo di rigore, temevano tagli radicali. “La garanzia della libera diffusione delle idee e delle informazioni è alla base del funzionamento democratico della nostra Repubblica” : le sovvenzioni pubbliche alla stampa non si toccano. I tagli riguarderanno infatti solo gli aiuti diretti alla diffusione. Fino ad oggi lo Stato sosteneva tre modi concorrenti di diffusione: vendita a singola copia, consegna a domicilio e spedizione postale. D’ora in poi saranno privilegiati i primi due con un risparmio previsto di 32,5 milioni su un totale di 259. A saltare è infatti la compensazione che lo Stato versava alle poste francesi per calmierare le tariffe che quest’ultima riservava alla stampa. Compensazione che verrà ridotta progressivamente, a partire dal 2014, su un arco di due anni, approfittando della scadenza della convenzione con il gruppo La Poste prevista per il 2015. L’accompagnamento all’innovazione non subisce invece tagli, ma il fondo strategico per lo sviluppo della stampa viene riorganizzato : esperti di nuove tecnologie nell’organo di governance, fine delle distinzioni fra stampa cartacea e online e priorità ai progetti collettivi e particolarmente innovativi. Come contropartita però, il fondo sarà riservato alla sola stampa di “informazione politica e generale” , un ristretto gruppo di 392 testate sulle 5.093 pubblicazioni registrate in Francia. Rimane l’Iva al 2,1% per la stampa cartacea, la stampa online, che tanto si era battuta per ottenere il medesimo trattamento, resta ancora una volta esclusa.
Francia: riforma della stampa, ma non troppo

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