Un tempo le guerre potevano essere scatenate da omicidi illustri o da incidenti più o meno provocati ad arte. Ora sembra invece che addirittura ciò che viene proiettato sul grande schermo possa scatenare le ire delle diplomazie internazionali. Almeno stando a quello che sostiene la Corea del Nord, che ha definito un “ atto di guerra che non tollereremo ” la prossima uscita del film The Interview , film con protagonisti James Franco e Seth Rogen. Nella commedia i due sono rispettivamente la star di un talk show e il suo produttore che, dopo aver scoperto che il dittatore nordcoreano Kim Jong-un è un loro grande fan, lo convincono a concedergli un’intervista che può diventare la svolta della loro carriera. Il loro obiettivo è quello di sganciarsi dall’universo commerciale ed essere finalmente riconosciuti come veri giornalisti. Ma la situazione cambia radicalmente quando, una volta giunti nel Paese asiatico, vengono contattati dalla Cia che li arruola come improbabili agenti segreti per uccidere il tiranno. Questo ha fatto andare su tutte le furie il regime di Pyongyang, che ha promesso “dure e implacabili contromisure” se la Casa Bianca non impedirà che The Interview venga proiettato nelle sale. Oggetto del contendere non solo l’ipotetico attentato al leader, ma soprattutto il ritratto che film viene fatto di Kim Jong-un, rappresentato come un personaggio instabile e guerrafondaio: “Si è andati oltre i limiti della tolleranza nel disprezzabile tentativo di ledere la dignità della nostra guida suprema”.
Franco, pericolo guerra coreana per un film

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