L’asta per le frequenze tv può essere un momento cruciale per lo sviluppo delle tlc italiane, nonostante il polverone politico e la diatriba tra il governo e Mediaset. Sarà un’ asta a determinare l’assegnazione delle frequenze tv liberate dal passaggio al digitale terrestre. Il governo ha annullato il beauty contest , che avrebbe regalato gli spazi a Mediaset e Rai, per sostituirlo con una gara vera e propria. La decisione dell’esecutivo ha suscitato una ridda di polemiche: Mediaset, spalleggiata dal Pdl, ha definito il procedimento “ assurdo ” L’asta garantisce la partecipazione a chiunque abbia meno di cinque multiplex di frequenze, differenziando tra produttori di contenuti e operatori di rete: secondo la famiglia Berlusconi, esclude dai giochi Mediaset e Rai, limitando i potenziali introiti dello Stato. Qualsiasi guadagno sarà però superiore al nulla che avrebbe fruttato il beauty contest. Rai e Mediaset hanno entrambe quattro multiplex attivi e uno inattivo, e se vorranno potranno partecipare all’assegnazione. Il limite di cinque blocchi per soggetto è imposto dall ’antitrust europeo ed è perciò invalicabile. Le polemiche distolgono l’attenzione dal vero obiettivo dell’asta, ovvero lo sviluppo delle tlc italiane. La gara permetterà l’accesso anche a compagnie straniere (oltre a La7 e Sky ), aumentando la concorrenza, mentre la divisione tra produttori e operatori con- sentirà di dedicare una parte delle frequenze a banda larga e rete wifi, ancora deficitarie nel nostro paese. La questione non è personale o berlusconiana, ma pubblica. Non si parla di tv, ma di futuro tecnologico.
Frequenze disturbate

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