La Mostra del cinema di Venezia è entrata nel vivo con l’assegnazione del Leone d’Oro a William Friedkin. Il regista de L’esorcista , 78 anni, ha ricevuto un’accoglienza calorosa ed entusiasta al Lido, riportando in auge la generazione della New Hollywood, movimento tecnico-estetico che negli anni ‘70 rivitalizzò il cinema americano. Oltre al celebre horror, vanno ricordati anche Il braccio violento della legge e Vivere morire a Los Angeles , classici di un’epoca, ma anche il recente Killer Joe , thriller scorretto e tagliente quanto il pensiero del regista. “ Ho battuto Kubrick all’Oscar. E allora? Il braccio violento della legge è molto più divertente di Arancia meccanica” , ha dichiarato appena sbarcato a Venezia, rispolverano la vis polemica che gli appartiene, venata da una feroce critica socio-politica: “Il cinema è un martello che deve battere per trasformare la società e insegnare agli altri ad accettarsi – ha detto dal palco – : mi vergogno di essere americano quando il mio Paese ne minaccia un altro. L’America non è il poliziotto del mondo”. Certamente più goliardico ma altrettanto fuori dagli schemi è invece Tinto Brass , protagonista di un documentario che racconta la sua vita, dalle pellicole canoniche a quelle erotiche. Istintobrass prende le mosse dalle analisi di quattro critici cinematografiche che raccontano le opere del regista italiano e la sua attitudine dietro la macchina da presa, per poi addentrarsi nei rapporti con la moglie e con gli attori, fino alla disamina della visione politica di Brass agli esordi e al successo internazionale ottenuto con La chiave. Anche questo è Venezia 70.
Friedkin strega Venezia, che omaggia Brass

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