Europa e Stati Uniti raggiungono un accordo per far collaborare il sistema Gps e il nuovo Galileo. Un risultato importante che apre nuove prospettive per gli utenti. Niente guerra, anzi un matrimonio. Il nuovo sistema di navigazione via satellite Galileo non soppianterà l’americano Gps, ma si integrerà. La notizia giunge con una nota della Commissione europea con la quale sancisce una collaborazione che sembrava finora più formale che sostanziale. Sul piano politico e tecnico ci saranno diversi vantaggi, percepibili anche dagli utenti. Ovviamente quando Galileo sarà in funzione. I satelliti ripeteranno il segnale uno dell’altro permettendo quindi sia una copertura mondiale maggiore, sia molto più accurata che è valutabile nell’ordine dei tre metri di precisione. Non troveremo dunque solo il numero civico di una strada con il nostro navigatore, ma capiremo anche se siamo appoggiati allo stipite di destra o di sinistra del portone. Per il mercato non si porrà più il problema dell’alternativa, e non è poco soprattutto in previsione dei nuovi servizi che potranno essere erogati. Galileo era nato proprio per fare concorrenza al Gps con il lancio in orbita di una trentina di satelliti. Si incagliò nello scoglio dei fondi: 2,4 miliardi di euro da spendere nel periodo 2007-2013, soldi che c’erano solo sulla carta. Il consorzio tra otto imprese europee non ci ha investito quanto previsto e i ritardi si sono accumulati. Il progetto è ritornato quindi interamente sotto l’ala pubblica. I ministri dei trasporti della Ue cercheranno di trovare una soluzione nella riunione prevista in settembre, ma l’accordo con il Gps è una boccata di ossigeno che apre nuove possibilità anche agli investitori.
Galileo sposa il Gps

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