Fissare delle norme e delle sanzioni contro chi leda la riservatezza delle persone su internet “non è terrorismo giuridico, è cercare di affrontare un problema reale’”. E’ il monito di Franco Pizzetti, presidente dell’Autorità della Privacy, espresso durante la seconda “Giornata europea per la protezione dei dati personali”. “Normalmente”, ha spiegato Pizzetti, “sono i più anziani a dare ai ragazzi le indicazioni per un corretto comportamento, ma nel caso delle nuove tecnologie la situazione è un più complicata, in questo campo sono spesso i giovani ad avere maggior dimestichezza e più informazioni”. Anche se, ha aggiunto il vicepresidente dell’Autorithy, Giuseppe Chiaravallotti, “pur essendone i migliori conoscitori, i giovani sono i più soggetti a violazioni della privacy” “Bisogna rendere consapevoli le giovani generazioni”, ha aggiunto Mauro Paissan, componente del collegio dell’Autorità in questione, “che internet non è un luogo protetto dove nessuno vede o sente, ma, al contrario, è una zona aperta dove tutti possono essere visti, profilati, schedati. In Italia, ad esempio, si conservano per sette anni i dati di traffico telefonico, informatico e ci sono meccanismi per cui si possono controllare i siti visitati”. Anche i telefonini possono essere localizzati geograficamente e cautela serve nella gestione dei videofonini considerando che per diffondere immagini è indispensabile avere, ad esempio, il consenso della persona ritratta”
Garante privacy chiama i giovani

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