E’ stato firmato oggi dal ministro delle Comunicazioni Gentiloni il decreto legge contro la pedopornografia in rete. La nuova norma stabilisce anche doveri da parte dei provider internet. Nel’istante in cui venisse identificato del materiale pedopornografico, il provider ha sei ore di tempo per rimuoverlo e renderlo inaccessibile. “Il decreto – ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni – rafforza la lotta contro i contenuti pedopornografici e lo sfruttamento dei minori attraverso Internet. Internet è una straordinaria fonte di informazione ed un motore dell’innovazione – ha concluso il Ministro Gentiloni – Per difendere la libertà contro ogni tentazione di censura preventiva e generalizzata, peraltro impraticabile, occorre colpire in modo certo ed efficace chi ne fa un uso criminoso contro i bambini. Sono soddisfatto perché saranno proprio gli Internet Provider a collaborare con la Polizia Postale e delle Comunicazioni per oscurare i siti illegali”. Ma per il fondatore dell’associazione Meter, don Fortunato di Noto che da anni si occupa del problema, la norma è utile ma non risolverà il problema. I contenuti pedopornografici risiedono solitamente, dice Di Noto, su siti esteri. Di Noto dice che “gli Internet provider italiani sono sempre stati disponibili e collaborativi nel contrastare le immagini pedopornografiche, mentre il vero problema sono i provider esteri. Il decreto Gentiloni va bene – afferma – ma nei fatti, anche e soprattutto dopo l’entrata in vigore della legge 269 /98, i provider italiani hanno sempre recepito le indicazioni e le denunce. Bisogna invece agire in sede Onu sensibilizzando i Paesi che hanno aderito alla convenzione di Ginevra sui diritti dell’infanzia e chiedere loro comportamenti simili in difesa dei bambini vittime di questo orrendo crimine”.
Gentiloni vara decreto su provider e pedopornografia

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