In Germania, gli esponenti di governo di Cdu e Fdp (cristiano democratici e liberali) stanno preparando l’introduzione di un canone per l’uso di internet su computer e telefoni cellulari. Una tassa per la rete per ciascun cittadino, dunque, indipendentemente che i diretti interessati ne facciano o meno uso. In prima battuta, il canone dovrebbe servire ad aiutare le imprese editoriali in grave crisi , che pagano pesantemente (anche se non solo) la concorrenza di internet. Al tempo stesso, il ministero dell’Economia sta predisponendo un piano d’investimenti per favorire lo sviluppo della banda larga, così da portare la Germania tra i primi posti in Europa per capillarità e sfruttamento delle tecnologie web veloci. Un piano da diversi miliardi di euro che, secondo le stime più ottimiste, porterebbe anche alla creazione di un milione di posti di lavoro (decisamente appetibili in periodo di recessione). Due sono i prospetti per la nuova tassa sul web: il primo prevede che chi dispone di uno o più computer, in aggiunta alle normali tariffe da pagare agli operatori per la rete flat, paghi 17,98 euro mensili a Gez, autorità centrale che già si occupa del canone tv. Il secondo modello propone invece un canone identico per tutti, più o meno della stessa cifra, indipendentemente dal possesso di dispositivi adatti alla connessione: una sorta di obolo alla tecnologia (tv, radio, internet). E forse qui sta la vera novità per la prima volta, infatti, in un prospetto di legge si equipara di fatto la rete agli altri media.
Germania, tassa su internet per l’editoria in crisi

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