Che siano macchine per fare soldi è noto da tempo, ma che i telefoni cellulari e gli altri prodotti di elettronica possano contenere oro al loro interno è una novità. E c’è chi, in Giappone nello specifico, che ha creato un vero e proprio business attorno a questa scoperta. Lo chiamano “urban mining”, consiste nell’ “esplorare” i vecchi prodotti elettronici in cerca di gemme come iridio e oro ed è un’attività in crescita in tutto il mondo con l’aumentare del prezzo dei metalli. I materiali recuperati vengono reimpiegati in nuovi prodotti di elettronica mentre l’oro e gli altri metalli preziosi vengono fusi e rivenduti sotto forma di lingotti a gioiellieri, compratori e produttori che lo usano per i circuiti dei cellulari, dato che è un miglior conduttore del rame. “Che siano metalli più o meno preziosi, noi vogliamo riciclare il più possibile”, ha spiegato Tadahiko Sekigawa, presidente di Eco-System Recycling, di proprietà di Dowa Holdings Co Ltd. Da una tonnellata di minerali grezzi si ottengono mediamente solo 5 grammi di oro, mentre da una tonnellata di cellulari se ne ricavano 150 o più , secondo uno studio di Yokohama Metal Co Ltd, altra società di riciclo. Nella stessa quantità vi sono anche 100 kg di rame e 3 kg di argento. Riciclare elettronica è importante per il Giappone, che ha scarse risorse naturali con cui alimentare la sua industria di elettronica da miliardi di dollari, ma decine di milioni di vecchi cellulari e altri aggeggi che ogni anno vengono buttati via. ” Per alcuni si tratta solo di una montagna di spazzatura, ma per altri è una miniera d’oro” “, ha detto Nozomu Yamanaka, manager dell’impianto di riciclo Eco-Systems dove sono trattate montagne di cellulari.
Giapponesi cercano l’oro nei cellulari

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