Sono passati cento giorni dal rapimento del giornalista della Bbc Alan Johnston e la comunità britannica si prepara a un’intensa giornata di mobilitazione per il rilascio del reporter scozzese, dal 12 marzo nelle mani dell’Armata dell’Islam. Nonostante i precedenti e accorati appelli tv da parte dei genitori si siano rivelati vani, cresce la pressione della comunità internazionale per la liberazione del reporter 45enne. Nel pomeriggio, nei cieli di Lochgoilhead, il villaggio natale di Johnston in Scozia, saranno sganciati cento palloncini. Nello stesso momento si fermeranno i colleghi della Bbc a Londra, Washington, New York, Brussels, Gerusalemme e Kabul e quelli presenti al Glastonbury Festival. “Nel centesimo giorno il nostro sostegno per la liberazione di Alan sarà più forte che mai e i nostri pensieri sono sempre vicini alla sua famiglia”, ha dichiarato la direttrice di Bbc News, Helen Boaden. A Gaza ufficiali di Hamas promettono di fare il possibile per assicurare il rilascio del corrispondente. Le condizioni per la liberazione di Johnston sono tuttavia lontane dall’essere esaudite: i rapitori hanno chiesto al governo britannico il rilascio dei prigionieri musulmani detenuti nel Regno Unito. La Bbc in un comunicato sottolinea: “Continuiamo a lavorare intensamente con le autorità a Gaza per localizzare Alan. In ogni caso, nonostante le rassicurazioni ricevute sul suo stato di salute, non abbiamo ancora notizie certe sulle sue reali condizioni. Chiediamo a tutte le parti influenti di intensificare gli sforzi per una rapida liberazione di Alan. Ringraziamo anche tutti coloro i quali hanno dimostrato, in questi giorni di appelli e manifestazioni in tutto il Regno Unito, il loro sostegno alla causa”
Giornalisti Bbc fermi per i 100 giorni di prigionia di Alan Johnston

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