In Italia sono 40 le specie di vertebrati in pericolo critico, e 65 quelle a rischio. Complessivamente circa il 10% della fauna italiana è endemica, cioè è presente esclusivamente nel nostro Paese, ed è soggetta a minacce concrete dovute all’attività umana.
Di queste 40 specie quelle che si sono aggravate rispetto alla valutazione precedente del 2013 sono la savetta, il carpione del Garda, il temolo adriatico (tutti pesci d’acqua dolce), il geotritone del Sarrabus (un piccolo anfibio diffuso quasi esclusivamente in Italia), il mignattino comune (un uccello presente in Italia con rare nidificazioni in Pianura Padana), e l’orecchione sardo (un pipistrello dalla lunga pelliccia, soffice e lanosa).
Rientrano invece nella valutazione di “pericolo critico” lo squalo volpe, la trota mediterranea, e tra gli uccelli, il falco pescatore, il voltolino e lo schiribilla.
Le specie classificate “in pericolo” sono invece 65.
A renderlo noto è l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), che compila la Lista rossa delle specie animali e vegetali a rischio. La IUCN conta oggi oltre 1000 membri tra stati, agenzie governative, agenzie non governative e organizzazioni internazionali: in Italia ne fanno parte la Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, le principali organizzazioni non governative per la protezione dell’ambiente, enti di ricerca e alcune aree protette. Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività scientifiche e di conservazione.
Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale.
Fonte foto www.sardegnaforeste.it