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Gli Italiani imparano a non sprecare il cibo

Mele

Mele impefette ma perfettamente commestibili

Nella settimana contro lo spreco alimentare sono stati diffusi dati su consumo e risparmio alimentare. A fronte di tanti errori ci sono però anche segnali di cambiamento positivo.

Fra le numerose, brutte abitudini che fanno male all’ambiente (e all’etica) c’è senza dubbio lo spreco di cibo, tanto che all’inizio di febbraio è stata dedicata un’intera settimana al contrasto di questo fenomeno, compresa la IX Giornata nazionale di prevenzione. Secondo la FAO, ogni anno viene sprecato un terzo del cibo prodotto al mondo: uno studio di Coldiretti parla del 17% del cibo complessivamente prodotto, pari a un miliardo di tonnellate. In Unione Europea lo spreco è calcolato in 153 milioni di tonnellate di cibo, per un valore di circa 143 miliardi di euro.

Venendo all’Italia, i dati di Coldiretti parlano di 27 chili di cibo buttati ogni anno per ogni abitante: a pagare il prezzo più alto della trascuratezza sono la frutta (1,2 chili a testa ogni anno quella buttata), il pane (oltre 0,8 chili pro capite) e poi insalata, verdure, aglio e cipolle. Le perdite economiche per le famiglie sono di quasi 6,5 miliardi di euro, stimano al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna con Last Minute Market da Borsa Merci Bologna 2023. Proprio l’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market, nel report ‘Il caso Italia’ 2023, racconta però che l’86% degli Italiani si impegna a consumare tutto quello che cucina e a mangiare anche gli avanzi.

Da un lato, sono drasticamente cambiate le abitudini in seguito alla pandemia: l’effetto “nidificazione”, l’aumento dello smartworking, una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità e ovviamente un occhio più attento al portafoglio a causa dell’inflazione. Dall’altro, la tecnologia ha creato le condizioni per affrontare la questione, a partire dalle numerose app nate proprio per aiutare le persone a ridurre al massimo lo spreco alimentare. Quali sono e come funzionano? Ecco alcune delle più diffuse e interessanti.

Corvo fa rifornimento

C’è lo Sprecometro, web app sviluppata dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna e da Last Minute Market, che inquadra il nostro comportamento come Sprecone, Disattento, Attento e Parsimonioso ce ne mostra le conseguenze ambientali ed economiche. L’app assegna anche un punteggio in base al cambiamento della nostra condotta e consente di condividere sui social i propri risultati. C’è poi la piattaforma To Good to Go, con cui bar, ristoranti e negozi di alimentari mettono sul mercato l’invenduto. Per gli smemorati e i distratti c’è Memo Food Clip, clip ad abbinare agli alimenti messi in frigo e collegabili a un’app (MemoFoodKit) che ci avverte dell’imminente scadenza. A questa si abbina bene Svuotafrigo, che trova ricette in base agli ingredienti che abbiamo in casa. Infine c’è Babaco Market, con cui si acquistano frutta e verdura “brutte ma buone”.

Anche per tutto questo in Italia la situazione sta migliorando: nel 2022 sono stati 75 i grammi giornalieri di spreco alimentare pro capite, per un valore di 6,48 miliardi di euro (9 se si considera tutta la filiera) ma comunque in diminuzione del 12% rispetto al 2021.

di Daniela Faggion

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