Pubblicata in occasione del World Economic Forum l’indagine sulle principali minacce a livello mondiale, secondo le previsioni di circa 1.500 esperti. Tra i rischi maggiori, fake news ed eventi estremi.
La disinformazione nel breve termine è una delle maggiori minacce che il mondo dovrà affrontare nei prossimi anni. Nel lungo termine, invece, sono gli eventi climatici estremi a preoccupare di più. E’ quanto emerge dal Global Risks Report 2024 realizzato in collaborazione con Zurich Insurance Group e Marsh McLennan, in vista del Global Economic Forum di Davos. L’indagine alla sua 19esima edizione è il risultato delle interviste a circa 1.500 esperti di rischi globali, accademici e decisori politici provenienti da tutto il mondo.
I rischi globali sono stati analizzati attraverso due periodi temporali: di due anni per quelli attuali più gravi; di un decennio con un’ottica di lungo periodo, in un contesto di cambiamenti geostrategici, climatici, tecnologici e demografici.
Possibili effetti della disinformazione: polarizzazione e disordini
Con una prospettiva al 2026, disinformazione e misinformazione sono classificate al primo posto nel Global Risks Report: nella scorsa edizione si trovavano quindici posizioni più in basso. Nel report si legge che il rischio legato alla diffusione di fake news è probabile che diventi più acuto con le elezioni previste in diversi Paesi.
In particolare si sottolinea come questi fenomeni potrebbero interferire pesantemente con le elezioni nei prossimi due anni, e l’aumento della sfiducia nell’informazione, così come nei media e nei governi come fonti, potrebbe esacerbare la polarizzazione dei punti di vista, in un circolo vizioso che potrebbe causare anche disordini civili. Inoltre i danni generati da informazioni manipolate stanno rapidamente crescendo, anche a causa dell’aumentata semplicità di accesso a tecnologie più sofisticate: interfacce di modelli di intelligenza artificiale facili da usare hanno già reso possibile un’esplosione di informazioni false e contenuti “sintetici”.
Le minacce alla libertà di informazione e stampa
Per il World economic forum, “mentre circa tre miliardi di persone si dirigono alle urne in diverse economie (tra cui Bangladesh, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Regno Unito e Stati Uniti) nei prossimi due anni, l’ampio uso di disinformazione e manipolazione dell’informazione, e degli strumenti per diffonderla, potrebbe minare la legittimità dei governi appena eletti. Le conseguenti agitazioni potrebbero variare dalle proteste violente e i crimini d’odio al confronto civile e al terrorismo. Oltre alle elezioni, le percezioni della realtà sono destinate a diventare più polarizzate, infiltrandosi nel dibattito pubblico su questioni che vanno dalla salute pubblica alla giustizia sociale.
Tuttavia, con il venir meno della verità, aumenterà anche il rischio di propaganda e censura interna. In risposta a disinformazioni, i governi potrebbero essere sempre più autorizzati a controllare le informazioni in base a ciò che ritengono essere ‘vero’. Le libertà legate a internet, stampa e accesso a fonti più ampie di informazioni, già in declino, rischiano di degenerare in una repressione più ampia dei flussi informativi in un più vasto insieme di Paesi”, si legge nello studio.
Spostando l’attenzione al prossimo decennio, i rischi ambientali dominano la classifica del Global Risks Report: eventi climatici estremi, perdita di biodiversità, carenza di risorse naturali, inquinamento sono percepiti come minacce che potrebbero raggiungere il punto di non ritorno.
Il Global Risks Report è disponibile qui.
Di Valentina Colombo.