Torna a far discutere l’assoluzione dei tre manager di Google , in prima istanza condannati a a causa di un video caricato sul motore di ricerca che aveva per protagonista un disabile vessato dai suoi compagni di scuola a Torino. I giudici hanno sancito l’impraticabilità di un controllo preventivo dei materiali da parte di Google . Il portale web, di fatto, non può vagliare i contenuti postati dagli utenti in diretta, troppo numerosi e pubblicati senza soluzione di continuità. Non di meno un controllo preventivo costituirebbe una limitazione della libertà di espressione. Nel 2010, i tre responsabili di Big G erano stati condannati a sei mesi per violazione della privacy , con una sentenza duramente criticata dall’ambasciata americana e dalla stampa statunitense. Ora il verdetto inverso: per i giudici d’appello, era compito di chi ha materialmente caricato il filmato “acquisire il consenso al trattamento dei dati personali”. Google (e le aziende web) possono limitarsi a rimuovere i contenuti non appena venga rilevato (o segnalato) un abuso
Google assolta per video su disabile, ecco perché

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