Detto, fatto. Google ha risposto immediatamente alle accuse rivolte a Buzz , lo strumento che rende GMail più orientato alla condivisione, e ha operato i primi ritocchi. Il programma è stato criticato per una scarsa attenzione alla privacy degli utenti e l’azienda californiana ha reso più visibile l’opzione che consente di non mostrare pubblicamente gli utenti che seguono il proprio profilo su Buzz o di cui l’utente ’segue’ gli aggiornamenti. E’ stata introdotta inoltre la possibilità di bloccare chiunque cominci a seguire il proprio Buzz e che non sia ‘gradito’ . BigG si è poi sincerato che vi sia una maggiore chiarezza su chi dei propri contatti può apparire nel profilo pubblico dell’utente. “ Molti si sono lamentati temendo che la propria agenda di indirizzi di posta elettronica diventasse di pubblico dominio o hanno avuto la percezione di non controllare chi può leggere i post – ha comunicato Google -, ecco perché abbiamo introdotto alcune novità che stiamo estendendo a tutti gli utenti” Secondo i dati del gruppo, in tre giorni di vita Buzz conta già decine di milioni di utilizzatori che hanno pubblicato più di 9 milioni fra post e commenti. Circa 200 sono invece i contenuti pubblicati ogni minuto dai telefoni cellulari.
Google Buzz aggiusta il tiro

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