Niente da fare. L’incontro del 29 ottobre tra Eric Schmidt, patron di Google , e il presidente francese Hollande è durato poco meno di un’ora e ha sancito, di nuovo, lo stato di belligeranza tra l’editoria d’informazione d’Oltralpe. Al termine della chiacchierata, da più parti definita informale ma invero centrale per lo sviluppo di BigG in Europa , Schmidt ha lasciato l’Eliseo senza rilasciare dichiarazioni. Gli editori vorrebbero che i motori di ricerca internet pagassero una tassa per indicizzare i contenuti messi online dai giornali, mentre Google ovviamente non è disposta ad accettare il balzello, convinta che proprio grazie al traffico e agli accessi offerti dal suo servizio i siti delle testate generino introiti pubblicitari che altrimenti non avrebbero. Il fronte dell’informazione sembra compatto come mai sino ad ora: Francia, Italia e Germania chiedono a Mountain View la stessa cosa, ovvero un contributo per lo ‘sfruttamento’ degli articoli su web. A Berlino è in via di definizione una proposta di legge ribattezzata Lex Google, mentre a Parigi e dintorni il fronte anti-BigG cresce, anche a causa del suo monopolio (catalizza il 90% del mercato). La situazione è in fase di stallo, ma i governi premono sui motori di ricerca, minacciando un inasprimento della fiscalità sulle imprese web. E la Lex Google è sempre in agguato.
Google e le news della discordia

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