“Eliminare i siti pirata dai motori di ricerca è contrario alla filosofia di Google”. Con queste parole, il presidente della società Eric Schmidt ha spiegato la politica lassista di BigG nei confronti dei portali di file sharing o di download illegali. Per il portale californiano sarebbe comunque impossibile rispondere alle oltre 500mila richieste mensili di oscuramento. “L’industria vorrebbe che editassimo il web cancellando letteralmente un certo numero di siti” , ha proseguito Schmidt, specificando però che la rete si sviluppa e agisce ben oltre Google e le sue attività. Il motore di ricerca non ha nessuna intenzione di fare da netturbino virtuale, nonostante l’impegno a difendere gli accordi diretti con i detentori del diritto d’autore, case discografiche incluse. In base ad alcuni accordi con l’industria musicale , Google ha eliminato dal suo sistema di ricerca automatica la parola “pirateria”, che a sua volta estromette dai risultati di testa i siti che sono stati più volte segnalati per violazione del copyright. Nessuna azione direttamente repressiva, però.
Google non elimina dalle ricerche i siti pirata

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