La Federal Trade Commission americana ha rinunciato a ogni tipo di azione legale contro Google. Dopo la conclusione delle indagini preliminari, le autorità antitrust degli Stati Uniti non hanno evidenziato violazioni sostanziali alle regole della libera concorrenza, assolvendo così il portale dalle accuse di monopolio del mercato pubblicitario e delle ricerche via web negli Usa. Una vittoria importantissima per BigG, che in diciannove mesi di requisitoria ha sempre sostenuto che gli sviluppi apportati negli ultimi anni al motore di ricerca servono a migliorarne la fruizione da parte degli utenti, non a penalizzare la concorrenza. Google potrà dunque proseguire secondo la strada seguita sinora, mostrando tra i risultati qualsiasi tipo di risposta, anche rielaborata e adattata, alle interrogazioni degli internauti. La Ftc ha convenuto che i suggerimenti e la ‘ricerca intelligente’ applicata dall’algoritmo sviluppato a Mountain View portano reali benefici agli utenti, senza minare più di tanto il mercato. Google ha comunque accettato di sua spontanea volontà di dare maggiore flessibilità ad AdWords, il suo sistema di annunci pubblicitari: d’ora in poi sarà più semplice trasferire le campagne sui portali concorrenti. Inoltre, sarà più difficile che informazioni riportate dalle ricerche e dai servizi di BigG (come recensioni, giudizi, articoli) vengano copiate pedissequamente su altri motori di ricerca. L’inchiesta che prometteva di rivoluzionare il mercato internet americano ha prodotto poco più di un rivolo di vento, lasciando gli equilibri inalterati e confermando il ruolo egemone Google. Che ora attende con fiducia rafforzata il giudizio dell’Unione europea, dove si indaga su AdWords e risultati di ricerca. Ma dopo la vittoria sul fronte Usa, il Vecchio Continente fa meno paura.
Google scampa la scure dell’Antitrust Usa

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