Anche il web contribuisce all’inquinamento globale. A lanciare l’allarme rifiuti digitali è Greenpeace , che teme l’alta quantità di emissioni determinate dal cloud computing (la nube di informazioni scambiate via internet). La mole di dati online dovrebbe triplicare entro il 2020, e così l’inquinamento da questi prodotto. Smartphone interconnessi, tablet e pc portatili sono i dispositivi sotto accusa , cui si aggiungono i grandi colossi delle telecomunicazioni, con i loro server catalizzatori. A creare il problema, secondo l’associazione ambientalista, l’abitudine sempre più diffusa di immagazzinare qualsiasi tipo di file su web, che offre servizi e applicazioni di catalogazione più pratiche e meno ingombranti (per l’utente) rispetto al normale hard disk.
Greenpeace, internet inquina troppo

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