I tempi cambiano, e ormai da anni anche l’attivismo è divenuto telematico. E naturalmente anche in Italia ci si adegua. E’ di oggi la notizia del lancio del primo sito su Elettronica Verde da parte di Greenpeace Italia, che raccoglie i contributi più recenti dell’associazione per quanto riguarda hi-tech e sostenibilità L’innovazione più significativa del processo di interconnessione dell’attivismo col web è senza dubbio l’interattività diretta tra promotori e partecipanti alle diverse iniziative di protesta. Nel 1999 i tumulti di Seattle, ad aprire un’epoca, oggi la petizione proposta dalla stessa Greenpeace, che invita a scrivere al ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, per regolamentare finalmente il sistema di raccolta dei rifiuti hi-tech in Italia. Nel nostro paese, infatti, ci sono sempre più rifiuti elettronici ad alta pericolosità per ambiente e persone, ma ancora non esiste una legislazione che ne regoli lo smaltimento. L’associazione ambientalista per antonomasia chiede, nella petizione, incentivi per i consumatori che consegnano i prodotti adeguatamente confezionati alle apposite discariche, con uno stanziamento di fondi per migliorare le strutture di raccolta. Inoltre, Greenpeace invita gli internauti a fotografare i rifiuti elettronici abbandonati per le strade , così da fare ulteriore pressione sul ministero affinchè acceleri i tempi per il decreto sulla spazzatura tecnologica. “ L’adozione di produzioni più pulite e di comportamenti responsabili da parte delle multinazionali, insieme all’attuazione delle leggi e dei necessari controlli – dice Vittoria Polidori, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace – renderà questo comparto industriale remunerativo, oltre che tra i più sostenibili ” Ambientalismo via email, con firme digitali e fotografie da blog: ecco gli strumenti della protesta verde in codice binario.
Greenpeace: l’attivismo diventa telematico

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