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10 Maggio 2007 | Attualità

Guai in vista per Michael Moore e per il suo viaggio a Cuba per “Sicko”

Al fuori concorso della 60ma edizione del Festival di Cannes ci sarà anche Michael Moore con “Sicko”, ennesima provocazione del filmmaker americano già vincitore a Cannes con il documentario “Fahrenheit 9/11”. Questa volta a dare la caccia al regista è il Treasury Department’s Office of Foreign Assets Control per il suo viaggio a Cuba non autorizzato dalle autorità statunitensi. Nessuna replica di Moore, al momento. Si sa solo che ha messo al sicuro la pellicola con il taglio definitivo che sarà presentata in Francia sulla Croisette. La portavoce di Michael Moore, Lisa Cohen, fa sapere che per il momento il regista preferisce non commentare l‘accaduto. La pellicola “Sicko” fa luce sulla situazione attuale – allo sfascio secondo Moore – del sistema sanitario americano. “Una commedia su 45 milioni di persone senza assicurazione sanitaria nel Paese più ricco della terra” definisce il suo nuovo film Michael Moore. Nel documentario avrebbe proposto a una serie di soccorritori newyorchesi dell’11 settembre 2001 di farsi curare a Cuba dove c’è una nuova terapia per chi ha gravi problemi respiratori. Dieci di loro hanno accettato e sarebbero partiti per farsi curare nel paese di Fidel Castro. Il viaggio nell’isola caraibica, proibito per i cittadini americani per via di un annoso embargo, è stato non solo filmato, ma sono state fatte una serie di interviste. Il Treasury Department’s Office of Foreign Assets Control non ha ricevuto notizia del viaggio dei cittadini american e non ha, quindi, autorizzato lo sbarco di statunitensi a Cuba . Lo scorso 2 maggio ha notificato a Michael Moore una lettera nella quale si contestava l’accaduto ed entro il 22 dello stesse mese il regista deve dare spiegazioni dell’accaduto. Il film “Sicko” sarà presentato a Cannes il 19 maggio e uscirà nelle sale americane il 29 giugno. Come è lecito immaginare Michael Moore risponderà direttamente dalla Francia sull’accaduto garantendo un bel po’ di pubblicità alla sua ultima fatica cinematografica. Già in passato i suoi detrattori sostenevano che Moore abbia creato un nuovo filone cinematografico, quello del documentario blockbuster lanciato sul mercato a suon di scandali. Ma i fatti di cronaca sembrano appoggiare le analisi del regista sulla realtà della società americana come nel caso della vendita libera delle armi in “Bowling for Colombine”. O come le scomode verità di “Fahrenheit 9/11”, che riguardano il presidente Usa Gorge W. Bush. Sicuramente anche “Sicko” provocherà un terremoto nel sistema sanitario statunitense e con il tempo sapremo se quella di Michael Moore è l’ennesima provocazione o solo una presa di coscienza di un problema ignorato dai media americani per logiche corporative.

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