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9 Luglio 2008 | Attualità

Hollywood non sciopera più

A Hollywood non si ripeterà l’agonia dello sciopero che ha bloccato per mesi produzioni televisive e cinematografiche. L’Aftra, l’American federation of television and radio artists, il sindacato che rappresenta la maggior parte degli interpreti delle soap opera, è riuscita a far approvare l’accordo sul nuovo contratto con gli studios di Hollywood . L’associazione ha prevalso sulla Screen Actors Guild che faceva pressione per il voto contro. La scadenza del contratto degli attori di cinema e televisione era il 30 giugno scorso, ma Aftra e Sag avevano ottenuto una proroga fino all’8 luglio per cercare di raggiungere un punto comune e arrivare compatti alla votazione con le major dei produttori ed evitare lo sciopero.  I due sindacati sono arrivati spaccati e la Sag è rimasta ferma su un voto contrario. I membri dell’American federation of television and radio artists hanno deciso di approvare la proposta con il 62% delle preferenze. La Sag aveva accusato l’Amptp, il sindacato dei produttori, di offrire migliori condizioni ai colleghi dell’Aftra e puntava a maggiori vantaggi sui diritti delle clip usate su internet e sulla vendita dei dvd, con un nulla di fatto. L’idea di uno sciopero aveva dato vita a un forte dibattito fra gli attori. John Travolta,Tom Hanks, Susan Sarandon, Sally Field, Alec Baldwin e Kevin Spacey avevano detto di appoggiare il sindacato degli interpreti delle soap opera, mentre per la Guild si erano mobilitati Jack Nicholson, Ben Stiller, Josh Brolin, Ed Harris, Amy Madigan, Viggo Mortensen, Nick Nolte, Martin Sheen e Sean Penn. George Clooney e Robert De Niro avevano invitato al dialogo e a raggiungere un’intesa il prima possibile per evitare di “mettere attore contro attore”. Anche il presidente della Screen Actors Guild, Alan Rosenberg, aveva auspicato un accordo e si era dichiarato contro “qualunque possibilità di uno stop degli attori di Hollywood”. Lo sciopero della Writers Guild of America, gli autori, fermi dal 5 novembre 2007 al 12 febbraio 2008, che era costato quasi due miliardi di dollari.

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