Ecco il libro che compie la ricerca più completa sulle canzoni dei Fab Four tradotte ed eseguite in Italia. Autori Enzo Gentile e Italo Gnocchi.
Il volume mette in fila i titoli dei brani “trasformati in italiano” (oggi diremmo “cover”) negli otto anni di attività dei Beatles, fra il 1962 e il 1970; a ognuno riserva una pagina con le relative annotazioni su etichetta, date, autori… Alcuni nomi suonano misteriosi, altri strappano un sorriso perché riferiti a quelli che – al tempo, 60 anni fa – si dicevano “complessi”, mica band. Ecco alcune delle curiosità che spiccano dalle 160 pagine:
– il primo a cantare i Beatles in italiano fu Fausto Leali, nel 1963, con “Please Please Me”.
– Tra gli ultimi nel periodo di attività della band, ci fu Gianni Morandi, con “Una che dice sì”, nel 1970.
– Mina, prima di dedicare un intero album ai Beatles, nel 1965 interpretò “So che mi vuoi”.
– L’autore che più ha tradotto e adattato in italiano le canzoni dei Beatles è stato Mogol: sua anche “Un bel sottomarin”, 1965.
– La canzone che conta più versioni in italiano – ben 12 – è Obladi Oblada: tra gli altri, la registrarono i Ribelli e i Nuovi Angeli.
Gentile e Gnocchi hanno censito 132 titoli: non tantissimi, ma nemmeno pochi considerando quanto poco si parlasse inglese in Italia negli Anni Sessanta e che tanti interpreti stranieri dovevano tradurre le canzoni per lanciarle sul nostro mercato. Talvolta con interpreti improbabili, talvolta affidata alle migliori voci italiane del tempo, i brani sono stati tutti ritrovati e restituiti con le copertine di quei 45 giri rari e da collezione, in gran parte andati dispersi poco dopo il lancio e rimasti per lo più nelle mani dei fan più devoti dei quattro di Liverpool: quei Fab Four che cambiarono la storia del rock, per poi dissolversi ed entrare nel mito.
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