Tra le nuove strategie per fare economia nella quotidianità, pranzare con la schiscetta pare essere tra le preferite dagli italiani. Fino a 3.200 euro l’anno il potenziale risparmio.
Le retribuzioni contrattuali in termini reali a settembre 2025 risultano inferiori dell’8,8% rispetto ai livelli registrati a gennaio 2021. A sostenerlo è l’Istat nel Report sulle prospettive per l’economia italiana 2025-2026. A questi numeri si aggiungono quelli di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue, in base ai quali tra il 2004 e il 2024 solo in due paesi europei i redditi non sono aumentati in termini reali: la Grecia con un calo del 5,1% e l’Italia con una diminuzione del 3,9%.
Ecco perché gli italiani cercano nella quotidianità delle nuove formule per risparmiare. Una di queste è rinunciare alla pausa pranzo fuori e portare da casa la cosiddetta schiscetta. Secondo una recente analisi di Bravo, fintech leader nella gestione del debito, tagliare questa spesa può determinare un risparmio di circa il 20% del reddito lordo mensile. Si tratta di circa 263 euro al mese in media, pari a quasi 3.200 euro su base annua. Confrontando questo importo con lo stipendio medio netto mensile, che in Italia si attesta tra 1.700 e 1.850 euro, pranzare con la schiscetta equivale a risparmiare due mesi di busta paga.
Le regioni dove si risparmia di più con la schiscetta
Le regioni in cui questa strategia fa risparmiare di più sono Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria e Trentino Alto Adige dove il potenziale risparmio ammonterebbe a circa 3.500 euro. Da considerare l’enorme differenza in termini di costi tra il pranzo fuori e quello preparato a casa: nelle regioni del nord mediamente oggi per un piatto di pasta, un’acqua e un caffè si spendono 16 euro, cifra che scende a 13 euro al sud. Il costo di un pasto dello stesso tipo portato da casa è di circa 1,7 euro.
Al nord il maggior risparmio in termini assoluti
Guardando alle città, sono ben sei quelle lombarde in cui il risparmio è più consistente se non si esce fuori a pranzo. Segue l’Emilia Romagna con quattro città, poi il Piemonte e il Veneto con tre ciascuna. Le regioni del sud sono quasi del tutto assenti dalla parte alta della classifica, per via delle retribuzioni più basse e dei costi inferiori della ristorazione.
In termini assoluti, Milano è un caso emblematico di come il peso della spesa alimentare quotidiana sia rilevante nonostante una retribuzione mensile lorda di 2.780 euro circa che è la più alta d’Italia. Tra tutte le città, pranzare a lavoro conviene di più anche a Monza, Parma, Modena e Bologna.
Classifica rovesciata calcolando il rapporto risparmio-busta paga
La situazione si ribalta però analizzando il risparmio in percentuale sulla busta paga.
Da questo punto di vista, è Vibo Valentia la città al primo posto: chi si porta il pranzo da casa qui risparmia il 22,3 % della propria busta paga mensile. Al secondo posto Grosseto (21,5%) e Imperia (21%). Milano, nonostante sia in testa per risparmio assoluto, si posiziona ultima nella classifica percentuale con appena il 10,8%.

