La Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso la sua decisione sul caso Nintendo contro PcBox, che vede il colosso nipponico della produzione di console domestiche e portatili uscire vincitore . Secondo la sentenza, quindi, Nintendo utilizza sistemi legali per accertarsi che i sistemi anti-pirateria presenti nelle sue console non vengano elusi. “Nintendo conferma che la commercializzazione di dispositivi di elusione viola la legge sul copyright così come altre leggi sulla proprietà intellettuale e che continuerà a perseguire i soggetti coinvolti nella distribuzione di tali dispositivi”. La diatriba è iniziata nel 2009 , quando Nintendo depositava un ricorso contro PcBox , una società di Firenze che si occupa di distribuzione di videogiochi. A marzo il Tribunale di Milano ordinava il ritiro dal commercio dei dispositivi R4 , ma assegnava a PcBox il compito di attivare gli organi competenti a livello nazionale e comunitario. Secondo PcBox i sistemi anti-pirateria adottati da Nintendo impediscono l’utilizzo di giochi homebrew , ovvero realizzati da sviluppatori indipendenti e diffusi senza l’autorizzazione della stessa Nintendo. Ma, secondo Nintendo, se da una parte è vero che R4 consente di eseguire questi prodotti, che sono del tutto legali, dall’altra è anche vero che favorisce ampiamente la circolazione di giochi piratati per Nintendo Ds e 3Ds.
I sistemi anti-pirateria di Nintendo sono legali

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