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Il Cannone di Paganini curato al microscopio

violino - ph. Baohm

violino - ph. Baohm

Impiegato uno strumento ultra potente che ha indagato la struttura del legno in profondità

 

Come sta un violino del 1743? Lo si può sapere solo con un check-up approfondito e con strumenti all’avanguardia. È quello che è stato condotto sul cosiddetto “Cannone” di Niccolò Paganini, strumento costruito alla metà del 18mo secolo dal liutaio Bartolomeo Giuseppe Guarneri. Duecentottantanni dopo, presso il laboratorio europeo per la luce di sincrotrone (l’Esrf di Grenoble), il Cannone è stato sottoposto a un’analisi con un super-microscopio ai raggi X, che ha restituito le condizioni della struttura cellulare del legno come mai prima d’ora era avvenuto. Decisiva è stata la nuova Sorgente Estremamente Brillante, che dal 2020 consente di condurre indagini sperimentali almeno 100 volte migliori rispetto a prima.

Lo studio è stato voluto dal Premio Paganini e dal Comune di Genova, città cui Paganini donò il violino e dove viene conservato dal 1851: la sua casa è Palazzo Tursi, dove viene religiosamente tenuto in una teca che mantiene costante la sua temperatura. Soltanto chi si aggiudica il Premio Paganini ha il permesso di suonare il Cannone, e solo per cinque minuti. Nonostante il passar del tempo e i avari acciacchi, la “radiografia” condotta sullo strumento ha stabilito che le micro-fratture presenti sono sotto controllo. Un sospiro di sollievo per tutti gli amanti della musica e per lo strumento dalla peculiare sonorità.

di Daniela Faggion

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