Il Governo statunitense ha spiato per anni Cina e Hong Kong, tramite software appositi e tabulati telefonici, così da tracciare le attività di personaggi di spicco e industrie dei colossi asiatici. Lo ha assicurato Edward Snowden, ex dipendente della Cia che con le sue rivelazioni ha fatto scoppiare lo scandalo datagate. Snowden, in un’intervista al South China Post , è tornato ad accusare Washington che non solo avrebbe condotto attività illecite di spionaggio digitale tra i propri confini, monitorando milioni di cittadini Usa, ma anche in territorio straniero. La talpa ha svelato altri dettagli del programma segreto di sorveglianza internazionale predisposto dalla National security agency americana. Dal canto proprio, la Nsa ha assicurato che il sistema di spionaggio ha permesso di sventare decine di potenziali attacchi terroristici : “ Agiamo in un modo tale da poterci assicurare la fiducia del popolo americano e questa fiducia è sacra per noi – hanno detto i responsabili dell’agenzia – . Non c’è necessità di un compromesso tra sicurezza e libertà”. Il dibattito sulla privacy e il grande occhio governativo, però, continua: Obama si è detto disponibile a un dibattito pubblico sulla questione, ma potrebbe non essere abbastanza per salvare la faccia della presidenza.
Il datagate si allarga, spiate Cina e Hong Kong

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