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30 Marzo 2025 | Attualità

Il futuro del riso italiano è digitale

I sistemi di tracciabilità avanzati coinvolgono anche il riso italiano. Attraverso l’utilizzo di QR code dinamici, ogni confezione di riso può raccontare la propria storia partendo dal seme.

Il riso italiano sta vivendo una trasformazione digitale che promuove la trasparenza nella filiera agroalimentare. Grazie all’uso di QR code avanzati, i consumatori possono ora tracciare ogni fase del processo produttivo, dal campo alla tavola.

La tracciabilità digitale rappresenta una grande innovazione, perché ai consumatori di conoscere dettagli cruciali sul prodotto: dalla sua origine e metodi di coltivazione passando per tutte le fasi del processo produttivo, fino al suo impatto ambientale. Questo sistema non solo soddisfa la crescente domanda di trasparenza, ma rinforza anche la fiducia nei produttori.

Grazie a questo metodo di tracciabilità innovativo, ogni confezione di riso racconta la propria storia. I dati raccolti durante l’intero ciclo vita del prodotto vengono aggregati in un QR code univoco, generato specificamente per ogni singola confezione. Lo stesso codice viene poi stampato direttamente sul packaging e questo conferisce a ciascun pacco di riso un’identità digitale unica. Scansionando il codice con un qualsiasi smartphone, i consumatori accedono a informazioni dettagliate, che includono pratiche agricole e impatti ambientali. Queste informazioni arricchiscono l’esperienza di acquisto e promuovono scelte più consapevoli.

La digitalizzazione non è solo un’opportunità per i consumatori, ma anche per i produttori perché permette di monitorare e ottimizzare la filiera, riducendo sprechi e aumentando la sicurezza alimentare. Inoltre, supporta pratiche sostenibili e facilita l’economia circolare, rendendo ogni acquisto una decisione consapevole per l’ambiente. La tracciabilità digitale può essere adottata per frutta, verdura, latticini, carne, bevande e persino prodotti trasformati, con l’obiettivo di garantire trasparenza in settori che spesso mancano di informazioni dettagliate sull’origine e sui processi produttivi.

di Antonietta Vitagliano

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