Il Manifesto , quotidiano comunista fondato nel 1969, è in piena emergenza. A lanciare l’allarme e l’appello per una sottoscrizione sono Valentino Parlato, presidente del Consiglio d’amministrazione della Cooperativa il Manifesto, Mariuccia Ciotta e Gabriele Polo, direttori del giornale. Intanto le pagine del quotidiano diventeranno ” una tribuna pubblica sui nodi della libertà di stampa, sui gravi problemi che oggi caratterizzano il mercato editoriale e sul senso del lavoro giornalistico nel mondo della comunicazione globale “, come annunciato da Polo. Da sempre Il Manifesto versa in un difficile equilibrio economico, ora però la situazione è peggiorata con il Decreto Tremonti sui finanziamenti all’editoria cooperativa e politica. Secondo i due direttori ci sono le basi per la chiusura dopo 37 anni di attività : ” Il venir meno del diritto soggettivo, e la conseguente aleatorietà dei contributi pubblici, ci impedisce di ottenere quelle anticipazioni bancarie sui contributi pubblici, che come sapete arrivano con un certo ritardo. In queste condizioni persino la scrittura di un bilancio diventa esercizio impossibile “. Ciò che crea più sconcerto al giornale è ” il senso politico-culturale del Decreto Tremonti e del regolamento attuativo a esso collegato: la trasformazione di un diritto in una concessione è un attacco alla libertà di stampa e un vulnus per la democrazia di questo paese. Questo se si ritiene, come noi facciamo, che l’informazione sia un bene pubblico e non una merce come un’altra. Noi siamo intenzionati a batterci fino in fondo per indurre il governo a cambiare strada, varando una iniziativa parlamentare e una legge che rimetta ordine nella giungla dei finanziamenti pubblici all’editoria, per far sì che la mano pubblica intervenga in aiuto di chi ne ha davvero diritto e si cancellino le confusioni e gli arbitrii di questi anni “. Ciotta e Polo hanno spiegato così l’idea dell’appello per la sottoscrizione: ” Lanciamo una campagna di sottoscrizione chiedendo ai lettori e a tutti quelli che hanno a cuore il pluralismo dell’informazione di finanziarci , questa volta lo facciamo all’interno di una campagna in difesa di un diritto che non riguarda solo noi e che dovrebbe essere difeso da tutti. In questa campagna chiediamo di sopperire a ciò che lo Stato ci nega. In termini quantitativi circa quattro milioni di euro l’anno, la cui elargizione dipenderà dalla discrezionalità del governo in carica. Da questa campagna dipende la vita del manifesto, ma anche la libertà di tutti “.
Il Manifeso in emergenza. Appello per sottoscrizione

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