Il primo pericolo per una relazione sentimentale apparentemente stabile sono i social network. Anche in Italia sono sempre più frequenti i divorzi e le separazioni dovute a flirt e conoscenze fatte su Facebook , Twitter e affini. A dirlo non è un istituto di ricerca specializzato in sociologia dei nuovi media, ma l’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani. I numeri sembrano non lasciare scampo al web, primo indiziato per il 20% delle crisi coniugali che arrivano fino in Tribunale. Nell’80% dei casi galeotto fu Facebook, mentre nel 20% la colpa è di Twitter. Le infedeltà riguardano coppie di tutte le età, anche quelle sposate da trent’anni e più. Facebook è virtuale solo all’inizio del rapporto, ma è poi occasione di incontri veri e propri (secondo il Centro Studi dell’Ami, il 70% si trasformano in scappatelle, il 30% diventano storie durature e parallele). Le foto caricate in bacheca, le chat, i messaggi privati sono sempre più spesso portate a prova di tradimenti davanti al giudice, mentre proliferano i software per scovare le password dei coniugi presunti infedeli. La gelosia in versione 2.0.
Il matrimonio in crisi da social network

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