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4 Febbraio 2022 | Ambiente

Il Mediterraneo, un patrimonio comune

Le problematiche connesse ai rifiuti marini sono riconosciute a livello globale come una delle principali sfide del presente, a causa delle loro implicazioni ambientali, economiche, sociali, politiche e culturali. Nello specifico, il Mediterraneo è uno dei mari più colpiti dai rifiuti marini al mondo ed è urgente l’implementazione di misure di prevenzione e mitigazione. 

Per contrastare il proliferare di rifiuti nel Mediterraneo è stato avviato il progetto internazionale Plastic Busters Cap; si tratta della prima iniziativa che, attraverso un approccio di gestione integrato e strategico, vede riuniti partner dai paesi della regione mediterranea, in particolare da Egitto, Grecia, Italia, Giordania, Libano, Spagna e Tunisia. 

Il nuovo progetto mira a definire un approccio di gestione dell’ecosistema che sia condiviso fra i decision-maker preposti alla pianificazione della gestione Integrata delle zone costiere.

L’iniziativa è nata sotto l’egida dell’Unione per il Mediterraneo “Plastic Busters Initiative” e SDSN MED (Sustainable Development Solutions Network Mediterranean), sotto la guida  dell’Università di Siena, con il coordinamento della prof.ssa Maria Cristina Fossi del dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena. 

Al consorzio di ricerca Plastic Busters CAP, oltre all’ateneo toscano, partecipano Legambiente, l’Istituto nazionale di scienze e tecnologie della Tunisia, l’Università della Giordania-Aqaba, l’Ufficio d’informazione mediterraneo per l’ambiente, la cultura e lo sviluppo sostenibile della Grecia, il Consiglio superiore della ricerca scientifica – Istituto di scienze marine della Spagna, l’ong “El Rames society for local community” dell’Egitto e la Riserva naturale di Tiro del Libano.

 

di Arman C. Mariani

Mediterraneo

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