Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

15 Aprile 2025 | Attualità, Innovazione

Il mercato audiovisivo italiano vale 15 miliardi

Cresce ma aumenta il rischio di disinformazione. Anche la spesa per rete fissa, mobile e dispositivi è sempre più legata al consumo di contenuti audiovisivi

Il settore audiovisivo si conferma il cuore pulsante dell’economia della comunicazione e dello spettacolo in Italia. Secondo il quarto rapporto “Il sistema audiovisivo: evoluzione e dimensioni economiche”, realizzato da eMedia e Istituto Bruno Leoni, nel 2023 il comparto ha generato circa 15 miliardi di euro (14,857 miliardi), in crescita del 3,9% rispetto all’anno precedente. Una cifra che pesa in modo significativo su un valore complessivo di 53 miliardi di spesa finale legata all’intero sistema mediatico italiano.

A trainare questa crescita è soprattutto il segmento online video, il cui sviluppo ha compensato, almeno in parte, la crisi del cinema in sala, che dopo la pandemia sta lentamente recuperando terreno. Tra il 2018 e il 2023, il tasso annuo di crescita del settore audiovisivo è stato del 3,6%, sostanzialmente in linea con quello del PIL nazionale.

Il rapporto evidenzia anche un cambiamento nei comportamenti degli utenti: la spesa per rete fissa, mobile e dispositivi è oggi sempre più legata al consumo di contenuti audiovisivi. Se si include anche l’hardware dell’utente e le connessioni, il valore complessivo del mercato potrebbe arrivare a 36 miliardi di euro.

Accanto ai mezzi tradizionali come televisione, cinema e home video, si afferma con forza il mondo digitale: piattaforme di streaming, social media, contenuti immersivi e intelligenza artificiale stanno ridisegnando il panorama audiovisivo. Lo streaming è ormai una pratica quotidiana, e lo zapping si è spostato dai canali TV ai video delle piattaforme online, dove l’offerta è potenzialmente infinita.

Questa evoluzione porta però con sé anche alcune criticità. In particolare, il rapporto segnala un aumento del rischio di disinformazione e fake news, amplificato dall’uso dell’intelligenza artificiale nella produzione e diffusione di contenuti. In un contesto in cui si indebolisce la funzione editoriale tradizionale, la qualità della conoscenza in circolazione rischia di ridursi.

La crisi dei modelli editoriali storici — che si reggevano su barriere d’accesso elevate come i costi di produzione e distribuzione — oggi si trasforma in una vulnerabilità. Le stesse barriere che un tempo tutelavano la qualità e la professionalità dei contenuti, infatti, si sono abbassate drasticamente a causa delle innovazioni tecnologiche, lasciando spazio a una maggiore frammentazione e a un’informazione spesso non verificata.

Il settore audiovisivo italiano, dunque, si trova davanti a una doppia sfida: continuare a crescere nell’innovazione, senza perdere di vista la qualità, l’affidabilità e il valore culturale dell’informazione e dei contenuti che ogni giorno raggiungono milioni di persone.

di Daniela Faggion

technology-JESHOOTS-com
Di <a href="https://www.telepress.news/author/daniela-faggion/" target="_self">Daniela Faggion</a>

Di Daniela Faggion

Emiliana di nascita, non ho ancora deciso dove mi piacerebbe mettere radici: nel frattempo sto in prestito a Milano dal 2000. Giornalista pubblicista dal 2003 e professionista dal 2006, ho lavorato per diversi media e pubblicato due libri. Scrivo per Telepress dal 2022 e mi occupo di attualità, scienze, ambiente, ed enogastronomia, sempre per raccontare l'Italia vista dal mondo e l'Italia in giro per il mondo.

Guarda anche:

daniel-stiel-sciatore-unsplash

Sci, in Italia casco obbligatorio per tutti

Finora la misura riguardava solo i minorenni. Sempre obbligatoria anche l'assicurazione Dal 1° novembre 2025 è scattato in Italia l’obbligo di indossare il casco da sci anche per i maggiorenni. Una...
pear-treno-unsplash

In mostra 120 anni di Ferrovie dello Stato

In mostra a Palazzo Venezia uno degli asset del trasporto nazionale, tra documenti, immagini e opere d’arte Palazzo Venezia diventa la stazione di partenza di un viaggio affascinante nella memoria...
mina-rad-lavoratore-unsplash

In Italia si lavora meno ma si va in pensione più tardi

L’età per la pensione di vecchiaia arriverà a 70 anni nel 2067, ma al momento la nostra vita lavorativa è tra le più brevi d'Europa In Italia si lavora meno che nel resto d’Europa, ma si va in...